Dopo avervi dato consigli su cosa vedere a Civita di Bagnoregio, Tuscania, Caprarola e Bagnaia, questa volta si torna nel capoluogo della Tuscia, di cui vi ho già parlato qui. A Viterbo ci vivo da un bel po’ di anni ormai, è l’approdo che non sono riuscita a lasciare, il posto in cui ho trascorso il periodo più bello della mia vita, che mi ha fatto crescere, che mi ha dato l’amore, amici e ricordi. È la terra in cui metto nuove radici… Viterbo è la mia città.
La Sala Regia nel Palazzo dei Priori |
Si prosegue su via San Lorenzo per raggiungere l’omonimo colle, passando dal Rinascimento al Medioevo: ci stiamo dirigendo verso il cuore più antico della città, dove ancora si leggono le tracce del passato etrusco e dove sorge il monumento simbolo di Viterbo: il Palazzo dei Papi. Percorriamo la via e facciamo una sosta in Piazza del Gesù, un tempo detta di San Silvestro come la chiesetta romanica che qui sorge. Vale la pena fermarsi non solo per la grazia di questo angolo caratteristico, ma anche per la storia del feroce delitto che qui si consumò nel marzo del 1271 (ma, abbiate pazienza, non posso raccontarvi tutto ora). La vedete l’alta torre che svetta nel cielo? È detta “del Borgognone” ed anche questa narra una leggenda assai curiosa.
Piazza del Gesù: la fontana e, sullo sfondo, la torre del Borgognone |
Per raggiungere il Colle di San Lorenzo attraversiamo il vicolo dei pellegrini, dove transitavano un tempo coloro che percorrevano la via Francigena: alla fine voltatevi a destra e notate un’epigrafe medievale in latino. Potete leggerne affianco la traduzione in italiano… sì, è proprio quel che sembra: una maledizione!
Giriamo a destra e oltrepassiamo il ponte: a sinistra notate la torre di Messer Braimando, l’unica rimasta delle quindici torri che difendevano il colle, rase al suolo durante l’assedio di Federico II nel 1243; a destra sorge invece Palazzo Farnese, dove probabilmente trascorse parte della sua infanzia Alessandro Farnese, il futuro Papa Paolo III.
Uno sguardo sui tetti di San Pellegrino da Pianoscarano |
Direi che dopo questa scarpinata, ci vuole una sostanziosa pausa pranzo in uno dei ristorantini tipici del centro storico: c’è l’imbarazzo della scelta… ed io, che sono una buona forchetta, non sono rimasta delusa da nessuno di essi! Mi raccomando, assaggiate i piatti tipici: acquacotta alla viterbese, zuppa di ceci e castagne, pappardelle al cinghiale, coniglio verde leprino, tozzetti alle nocciole… e mi fermo qui che già mi è venuta fame!
Quartiere medievale di San Pellegrino |
Quartiere medievale di San Pellegrino |
Nel pomeriggio, potete andare ad esplorare l’altra parte della città: ad esempio, la Chiesa di Santa Rosa, il Museo Nazionale Etrusco ospitato nella splendida cornice della Rocca Albornoz e il Museo Civico nel complesso conventuale di Santa Maria della Verità, immediatamente fuori dalle mura cittadine: entrambi custodiscono tesori di inestimabile valore. Per raggiungere questi luoghi, vi consiglio di percorrere Corso Italia (la via dello shopping) e di fare una sosta allo storico Gran Caffé Schenardi o di “perdervi” nel dedalo di viuzze medievali, tra chiesette, profferli e cortili di pietra. Ogni tanto volgete gli occhi all’insù e divertitevi a scoprire gli stemmi delle nobili famiglie del passato, i simboli delle confraternite, i piccoli dettagli delle decorazioni scolpite nel peperino… Nonostante siano molti anni che vivo a Viterbo, ancora oggi mi capita di scoprire sempre qualcosa di nuovo incastonato in una facciata, in un arco o in un piccolo angolo nascosto. Ed ogni minimo particolare racconta una storia lunga secoli…
Uno dei profferli più belli è quello di Palazzo Poscia |
Se volete scoprire di più di questa splendida città, conoscerne la storia, le leggende e le curiosità, contattatemi per una visita guidata o semplicemente per avere maggiori informazioni e suggerimenti.